Il mondo di Risen
Come accadde anche per i precedenti giochi dei Piranha Bytes, anche stavolta un eroe senza nome viene scaraventato improvvisamente in un mondo a lui sconosciuto. L’assenza di un nome è funzionale all’identificazione del giocatore, che riesce ad impersonare più facilmente il personaggio che dovrà muovere. Quando ci si risveglia su una spiaggia, come uno dei pochi sopravvissuti ad un naufragio, ci si ritrova subito in una specie di tutorial che spiega le componenti fondamentali del sistema di controllo. Anche giocatori che non hanno mai giocato ai vari episodi di Gothic possono prendere subito la mano col sistema. Molto piacevole è l’integrazione armonica di questa breve sezione col resto del gioco, al contrario dei comuni rettangoli di testo in sovraimpressione. Il mondo di Risen è limitato sostanzialmente ad un’isola, colpita da alcuni misteriori terremoti, durante i quali degli antichi templi sono spuntati dal sottosuolo. Al tempo stesso sono comparsi dei mostri che hanno cominciato a terrorizzare la popolazione. L’isola stessa, per la sua conformazione ed i suoi colori, si distanzia parecchio dalla verdeggiante Myrthana di Gothic 3. Tutto sembra molto più grezzo e tralasciato. Un inquisitore e la sua schiera di guerrieri vengono inviati sull’isola per investigare sugli accadimenti. La popolazione viene sottomessa alle ferree leggi dell’inquisizione e, per garantirne la sicurezza, è fatto divieto a chiunque di uscire dall’unica città dell’isola. Le nuove leggi non sono molto popolari, soprattutto tra i contadini che sono costretti ad allontanarsi dalle proprie fattorie e quindi l’unico loro mezzo di sostentamento. La città è accessibile da parte dei membri di qualsiasi fazione, a meno che non si sia in cattivi rapporti con le autorità locali. La porta principale che conduce al centro abitato è protetto dalle guardie dell’inquisizione, ma se non si intende affrontarle si può cercare una via d’accesso secondaria dove tentare la propria fortuna. Già dopo un breve periodo di gioco si ottiene la prima possibilità di decidersi per una delle fazioni del gioco, durante un dialogo con un PNG. Da quel momento in poi si è a conoscenza della fazione dei banditi: si potrà dunque scegliere se unirsi al loro accampamento nascosto nella palude, oppure se obbedire all’inquisizione e schierarsi dalla parte della legge. In entrambi i casi, l’inquisizione cercherà di catturare chiunque venga trovato in giro per l’isola, per poi trasportalo alla fortezza e reclutarlo come carne da cannone. Bisogna quindi prestare particolare attenzione a non farsi scoprire – a meno che non si intendesse unirsi all’inquisizione già in partenza. Dopotutto, è soltanto come membro dell’inquisizione che si possono apprendere le abilità legate alla magia. I banditi invece sono relegati al solo uso delle pergamene. Inoltre è anche possibile apprendere l’abilità per scrivere le proprie pergamene, se si soddisfano alcuni requisiti di base.Uomo skillato mezzo salvato
Per quanto riguarda il sistema della magia, i Piranha hanno provato ad abbandonare i sentieri battuti dai videogiochi precedenti. Per calmare un PNG infuriato e per sbloccare eventuali rami di dialogo non disponibili, è possibile – ad esempio – sfruttare la magia “Racconta barzelletta”. Il seguente attacco d’ilarità fa in modo che il personaggio dimentichi la sua ira e sia di nuovo disponibile a comunicare con l’eroe. Nel corso del gioco ci sono molti incantesimi ai quali fa comodo ricorrere, di tanto in tanto (qualcuno ha nominato il termine “levitazione” a questo proposito). Alcune quest inoltre potranno diventare improvvisamente molto più difficili da risolvere, perché non sarà sempre possibile ricorrere a facili soluzioni magiche, similmente a quanto accadeva già nel tempio del dormiente o nel tempio di Adanos in Gothic 2.
Solo chi potenzia il proprio personaggio con le diverse abilità di combattimento potrà uscire vittorioso da uno scontro con una bestia di cenere come questa.
Vedo mostri morti

Quando ci si trova in un buio dungeon, davanti a due punti luminosi, non si tratta di un treno, ma di un Ghoul.
Molteplici soluzioni

Il cortile delle esercitazioni dei novizi nella fortezza vulcanica. Qui ci si confronta con lunghe quest annidate.

L'accampamento di Don all'ingresso di un grande tempio. Solitamente avvolto nella nebbia della vicina palude. Anche qui ci si deve lentamente guadagnare rispetto.
Il meglio di due mondi
In generale: la grafica sembra un riassunto di quanto visto in tutti e tre i precedenti Gothic. Nuove feature, come il rendering HDR sono supportate, sebbene non si raggiungano certamente i picchi di un prodotto come Crysis. Tuttavia i Piranha hanno sempre puntato su aspetti diversi nei loro giochi: l’isola ha un profilo molto più irregolare dei dolci paesaggi montagnosi di Gothic 3. Grazie al fatto che gli sviluppatori si sono limitati ad una sola isola, molto più compatta e ridotta nelle dimensioni, il design dei livelli torna agli standard ai quali ci hanno abituato i primi due episodi di Gothic, dove una vastità ridotta del mondo viene bilanciata da un design intelligente e creativo. L’isola di Risen, nella sovrapposizione dei suoi livelli, i sentieri serpeggianti e la sua struttura volutamente intricata ricorda particolarmente ciò che si è visto a Khorinis o nello Jharkendar. Non sono presenti percorsi particolarmente lunghi, che si è obbligati ad attraversare. In ogni angolo c’è qualcosa da scoprire, dietro ad ogni curva nel sentiero si intravede un nuovo panorama. Dopo essersi battuti attraverso una fitta foresta, il paesaggio si apre improvvisamente su di una pianura inondata dalla luce, sovrastata da delle misteriose rovine. Le sporgenze dentellate dell’isola vulcanica sottolineano meravigliosamente il carattere rude e pericoloso del luogo, con i suoi mostri spaventosi. Anche la flora contribuisce a questa caratterizzazione, rendendo impervi molti luoghi e costringendo il giocatore a procedere con cautela. Dietro ad ogni cespuglio può nascondersi una creatura o un precipizio. La paletta dei colori è generalmente più chiara rispetto a quella di Gothic 1 e 2. Piranha Bytes si distacca quindi dallo stile fantasy centroeuropeo ed ai consueti toni marroni e verdi, avvicinandosi invece ad una ambientazione mediterranea decisamente divergente dal classico immaginario fantasy, senza tuttavia sembrare troppo alieno. Sorprendentemente, avere questi colori più saturati e pregnanti non significa che ci si troverà in uno splendente ambiente high-fantasy a la Oblivion. Tutto sembra organico e realistico, nulla appare artificiale, ripulito o eccessivamente kitsch. Anche il feeling da scampagnata su campo fiorito non c’è grazie ai costanti pericoli. In moltissimi luoghi i colori sono semplicemente più verdi e più intensi rispetto ai precedenti giochi. Secondo me, una buona scelta, anche per distanziarsi da Gothic e per conferire a Risen un aspetto particolare ed inconfondibile. Naturalmente sono sempre presenti gli ambienti scuri e tetri, come ad esempio la palude – attraversata da banchi di nebbia e da una fitta vegetazione che nascondono il sole. I molti dungeon, nei quali il giocatore dovrà spendere molto tempo, sono anch’essi tetri e misteriosi. In altre aree invece, la flora abbondante e densa sembra più mediterranea: chi ha visitato il sud Italia avrà notato come anche le erbacce sul bordo strada crescano più rigogliose dei fiori che vengono piantati in balcone dalle nostre parti (in Germania). Lo stile degli edifici ricorda le città sud europee, sia per l’architettura che per la presenza di intonaco bianco. Pure i tramonti, con i loro colori estremamente intensi, contribuiscono alla rappresentazione di un mondo che, da una parte offre bellezze paradisiache e dall’altro invece è scuro e denso di pericoli. In Risen l’inventario è gestito in maniera molto chiara ed organizzata. Chi conosce Neverwinter Nights riconoscerà una certa somiglianza nel design delle icone, sebbene in Risen queste non siano così minute ed, anzi, abbiano dimensioni molto generose. Naturalmente è presente anche una funzione di ordinamento, che assegna ogni oggetto alla relativa categoria. La barra di inventario veloce è stata mantenuta da Gothic 3.Cosa rimane da fare?
Dal punto di vista della giocabilità generale, il gioco sembra molto più completo e raffinato di quanto lo fosse Gothic 3 nella versione presentata alla Games Convention 2006, due mesi prima del rilascio. In due giorni di gioco, la versione che ho potuto testare è andata in crash solamente due volte. Risen funziona ed è un piacere fiondarsi nel gioco. Un punto ancora caldo è il bilanciamento: quanto oro deve ricevere il giocatore come ricompensa? Non troppo, altrimenti il giocatore è troppo avvantaggiato ed il gioco risulta facile. Non troppo poco, perché altrimenti non si potrà permettere l’apprendimento di nuove abilità o l’acquisto di equipaggiamento. Quanto danno dovrebbe infliggere un avversario e quanto aggressivo dovrebbe essere? Troppa aggressività è frustrante, perché come giocatore non si ha nessuna chance. Troppa passività risulta noiosa. Come dovrebbero essere distribuiti i livelli nelle abilità di combattimento? I livelli inferiori dovrebbero permettere delle combo o dei colpi speciali? Sono questioni come queste ai quali i Piranha stanno ancora lavorando per rendere il gioco completo. E naturalmente, è ancora del tutto assente l’output vocale dei personaggi, visto che le attività di doppiaggio inizieranno soltanto quando tutti i dialoghi saranno finalizzati.Valutazione
Tutto sommato, quello che rimane da dire è che Risen offre un setting con una ottima atmosfera, che probabilmente sorprenderà positivamente tutti quei fan che tuttora sperano in un completo remake del primo episodio originale di Gothic. Risen non è un seguito di Gothic che si distingue solo per il suo titolo, ma piuttosto potrebbe essere l’inizio di una nuova saga in un universo del tutto nuovo, con molte possibilità inedite. A prescindere dalle innovazioni prettamente cosmetiche, significa anche che il mondo, attorno al quale tutto ruota, è diverso. Proprio grazie alla nuova ambientazione, tutti gli aspetti positivi che erano già presenti nei precedenti giochi dei Piranha saltano all’occhio: il mondo è pieno di dettagli, il design dei livelli è particolarmente ispirato, ad ogni angolo c’è qualcosa da scoprire e non c’è un retrogusto di “genericità” o di ripetizione. Ogni baule è, per così dire, riempito a mano. I PNG sono realizzati in maniera molto dettagliata. Questo riguarda sia il loro aspetto estetico che i loro dialoghi. È un piacere parlare con ognuno di loro, scoprendo ciò che hanno da dire ed il loro unico carattere. La storia non è prevedibile. Amici possono rivelarsi nemici di colpo e, se non si presta la dovuta attenzione, si può essere reclutati a forza dall’inquisizione, il che cambia notevolmente le carte in tavola. I Piranha Bytes si evolvono nuovamente e ci portano un nuovo prodotto delle loro idee, senza perdere i punti di forza che li avevano resi popolari tra i fan di vecchia data. Proprio per questi fan è necessario riconoscere come il team non possa ridursi a rimescolare i concetti dei loro giochi precedenti, ma che debba invece integrare il tutto con le nuove esperienze accumulate in questi dieci anni. Questo bisogna concederlo. Risen se lo merita.Di Stefan “Don-Esteban” Bollmann, traduzione in italiano di Lorenz “Lck” Cuno Klopfenstein.